Inverno nelle Langhe: sostenibilità, innovazione e tradizioni dei lavori in vigna

Con la primavera si riprendono le vecchie abitudini e una di queste sono le passeggiate nel santuario di Langa, ovvero le vigne.

Arriviamo fra i filari della cantina Josetta Saffirio della produttrice Sara Vezza, ci troviamo a Monforte d’Alba, sulla collina di Castelletto, dove le viti già mostrano i lavori fatti nel periodo invernale.

Siamo quindi nel cuore dei cinque ettari di vigneti della cantina, fra i filari di Nebbiolo, da cui verranno prodotti i suoi vini più pregiati; alcuni degli stessi filari sono stati adottati da appassionati di vino che hanno aderito all’iniziativa Adotta un filare che permette loro di produrre ottimo Barolo e partecipare alla vita della cantina.

La vigna, cantiere eterno, richiede cure organizzate seguendo il ciclo naturale della pianta

Durante l’inverno appena passato, i lavori hanno richiesto un grande impegno per i viticoltori perché servono a preparare la vite verso un percorso ottimale: ogni vigneto, in base a diversi fattori, presenta diverse esigenze che si sommano a vari metodi di lavorazione sviluppati da ciascuna azienda, caratterizzando la filosofia di produzione.
È l’esempio della cantina Josetta Saffirio che si contraddistingue per i suoi metodi di coltivazione sostenibili e biologici.

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L’inverno sostenibile in vigna

L’inverno è il letargo della vigna: è un periodo di riposo dopo mesi di lavoro culminati con la vendemmia, ma di grande importanza per lo sviluppo delle gemme che porteranno alla nascita dei futuri grappoli e in questo la natura e l’uomo svolgono un ruolo fondamentale.

La grande responsabilità della terra, l’anima del metodo di produzione di Sara Vezza, si traduce in un impegno costante di ricerca e sperimentazione verso tecniche sempre più rispettose per il vigneto e il suolo e ovviamente il consumatore, che sono state testate durante questi mesi di riposo invernale per la vigna e che vanno a sommarsi all’ormai consolidato metodo biologico che non ammette uso di pesticidi, insetticidi chimici e diserbanti.

Fra i primi lavori del periodo invernale nelle vigne di Monforte esposte a sud-est è avvenuta la sistemazione delle minigonne che in primavera faranno il loro dovere impedendo alle larve della nottua (insetti che si trovano sulle viti) di salire verso i germogli e risultano essere un buon investimento in termini economici e di sostenibilità ecologica.

A Gennaio è scesa la prima neve, l’aria tersa pizzica il respiro, le scarpe dei vignaioli si immergono ancora nel fango, ma nonostante queste condizioni rigide è tempo di potatura, uno dei lavori più importanti per la vigna, un’azione necessaria e fondamentale per la vite; serve infatti a togliere il vecchio della pianta per dare vita al nuovo (riducendo le gemme per controllarne la fruttificazione), un modo per dare ordine alla pianta e permettere ai raggi del sole di raggiungere ogni sua parte.

Un lavoro di grande fatica per i vignaioli che porterà a grandi ricompense: è una preparazione alla prossima vendemmia.

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Il lavoro conseguente alla potatura è stato la stralciatura cioè l’asportazione di ciò che è stato tagliato e la pulizia dei filari; intanto la temperatura si è fatta più mite e i tralci hanno incominciato ad allungarsi permettendo la legatura del capo a frutto, evitando così la rottura del ramo.

Un’ulteriore protezione è stata data dalla stesura delle reti antigrandine.

Marzo è il mese dedicato alla lavorazione del terreno: operazioni di rippatura e concimazione, semina del sovescio e trinciatura sono stati i lavori effettuati nel mese appena passato.

Conservazione dell’ecosistema naturale

Trattandosi di vigneti biologici non poteva mancare la pratica del sovescio, una tecnica completamente naturale volta ad aumentare la fertilità del terreno.
Quest’anno la cantina di Sara Vezza ha deciso di seminare nell’interfilare una combinazione di più piante quali pisello e trifoglio che sono azotofissatrici e che, creando biodiversità, migliorano i microrganismi radicali della pianta stessa e conferiscono al terreno nutrimento e arricchimento.

https://www.facebook.com/josettasaffirio/videos/1681213045511034/

Semina del sovescio

L’azienda cerca infatti di mantenere invariato l’ecosistema naturale della vigna, salvaguardando la biodiversità, un aspetto molto importante in viticoltura, spesso distrutto dai metodi troppo intensivi ma che offre innumerevoli vantaggi per terreno, produzione e esigenze dei modelli di consumo.

Ripresa vegetativa e continua innovazione sostenibile

Il risveglio vegetativo, nelle vigne, è un momento magico. 
Camminando fra i filari, possiamo vedere la ripresa della vite con il così detto pianto della vite, una lacrima di linfa che si forma sul taglio della potatura avvenuta nei mesi scorsi.

Nella semplicità e gentilezza di questa lacrima c’è la manifestazione della natura che ci insegna come tutto attorno a noi sia rinascita e vita e come tale debba essere rispettato e curato.

Quest’anno le temperature sono eccezionalmente alte e la ripresa vegetativa sta anticipando: già agli inizi di Marzo era possibile vedere le prime gemme, per cui bisognerà al più presto distribuire i dissuasori per la cicalina e la tignola (parassiti) a base di feromoni.

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Con lo sbocciare delle prime gemme sono comparse anche le nottue.

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Questa foto è stata scattata ai primi di marzo, durante un’ispezione notturna del team della cantina Josetta Saffirio e ci mostra la risalita della nottua verso la gemma del Nebbiolo.

Proseguendo il discorso di sostenibilità in vigneto, quest’anno la Cantina Josetta Saffirio ha sviluppato nuove tecniche di difesa per la pianta che vanno oltre al biologico: utilizzare estratti di piante officinali e alghe che stimolano le difese immunitarie della pianta e risultano un valida alternativa naturale alle sostanze che possono essere nocive per l’uomo e la natura.

Questi metodi dimostrano la consapevolezza della produttrice Sara Vezza della grande responsabilità per il futuro in termini di salvaguardia ambientale, infatti un’azienda agricola è continuamente in contatto con l’ambiente, e vive grazie alla natura, una natura illimitata ma fragile che va tutelata e protetta ogni giorno.

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La luna nuova di primavera si adagia fra le colline nel blu del tramonto e noi concludiamo la nostra camminata allargando lo sguardo al mosaico ricoperto dal tenero verde dei vigneti, con le loro file ordinate e pulite di viti, come tante damigelle preparate al debutto dell’estate.
Ripercorriamo il sentiero del ritorno consapevoli che ancora una volta il sodalizio fra uomo e natura darà i suoi preziosi frutti e ci avviamo verso la cantina di Josetta Saffirio con Sara che ci attende per mescerci un assaggio di vino nuovo, che presto uscirà dalle botti per iniziare un nuovo percorso.

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