Con l’arrivo della primavera la pianta della vite si sveglia dal lungo tepore invernale e parte naturalmente la ripresa vegetativa. Ogni zona, d’Italia e nel mondo, ha delle caratteristiche climatiche e pedoclimatiche uniche e proprio per questo motivo nasce l’esigenza di adattare la pianta alle diverse condizioni ambientali.
Il metodo di allevamento scelto, chiamato dunque così una tipologia di coltivazione e potatura, serve per adattare ed influenzare lo sviluppo vegetativo (sia per quantità che qualità) e fruttifero della pianta alle condizioni climatiche della zona in cui crescerà.
I fattori che si devono tenere a mente quando si sceglie tra le varie tipologie di allevamento sono i seguenti: la varietà di pianta che si vuole utilizzare, le condizioni climatiche (ventilazione, tipologia di clima, piovosità) il tipo di terreno (composizione del suolo, pendenza, esposizione) sulla quale si svilupperà il vigneto, la tipologia di uva e il relativo quantitativo che si vuole ottenere e la possibilità di meccanizzazione o meno del vigneto.
Esistono davvero innumerevoli modalità, di seguito vi illustrerò quelle e più utilizzate e quelle a mio parere più interessanti nel mondo della viticultura.
L’ALBERELLO è una forma di allevamento che si trova principalmente al sud Italia. La pianta non richiede nessun tipo di sostegno. Viene utilizzata dove le condizioni ambientali sono particolari, per esempio molto ventose, molto aride o molto fredde in inverno. Questo metodo è molto utile per proteggere la pianta dalle condizioni climatiche sfavorevoli. Consente di ottenere un’ottima qualità delle uve. I quantitativi di uva prodotti variano molto in base al numero di ceppi per ettaro ed è un sistema difficilmente meccanizzabile.
La PERGOLA è tipica del nord Italia in particolare del Trentino. Questo sistema di allevamento richiede una struttura palificata che sostiene la pianta e che le permette di elevarsi dal terreno per poi andare ad allargarsi nella sua parte vegetativa su di un tetto inclinato, consentendo di proteggere i grappoli dal forte irraggiamento estivo. Le possibilità di meccanizzazione sono molto basse, ma questo metodo consente una buona areazione dei grappoli, proteggendoli dall’insorgenza di malattie e muffe indesiderate.
TENDONE
Questa forma di allevamento è utilizzata sia per uva da tavola, sia per colture da meccanizzare. Garantisce ottimi risultati in condizioni di siccità e climi caldi. Per questo motivo viene utilizzato principalmente nel meridione, in particolare Puglia e Sicilia dove le alte temperature risolvono il problema del marciume che si potrebbe avere tenendo i grappoli all’ombra. Tramite dei pali posti nel terreno di circa 2 metri e collegati all’estremità superiore tramite dei fili, si crea una struttura che ricorda un tendone.
SPALLIERA – GUYOT
Forma di allevamento ideata dall’omonimo viticoltore francese alla metà dell’800.
Per la sua formazione necessita di una struttura posta orizzontalmente capace di sostenere la pianta tramite dei fili tesi e collegati a dei pali fissati nel terreno.
Il Guyot prevede una potatura con 3 tagli: il taglio del passato, con cui si asportano i tralci superflui che hanno già prodotto nella stagione precedente; il taglio del presente, con cui si dà al tralcio dell’anno la lunghezza desiderata; il taglio del futuro, che prevede la costituzione di uno sperone a 2 gemme sul tralcio più basso.
E’ il metodo che in Langa viene maggiormente utilizzato, in quanto consente un’ottima esposizione, una buona ventilazione, un’opportuna densità d’impianto ed una distinta qualità di produzione.
Immagini tratte da Quattrocalici.it
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